La nuova versione a pagamento di Facebook: tu da che parte stai?

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La nuova versione a pagamento di Facebook: tu da che parte stai?

Il colosso tecnologico Meta, fondato da Mark Zuckerberg, ha annunciato il lancio di una versione a pagamento dei suoi popolari social network, Facebook e Instagram, destinata agli utenti europei.

Sicuramente, anche a te sarà spuntato il pop up sul tuo cellulare o PC, mentre entravi ignaro sul tuo profilo per spiare gli amici o per parlare della tua attività sui social. Cos’hai scelto? Hai deciso di abbonarti a Meta o hai rifiutato? Sapevi cosa comportava questa scelta?

Facciamo un po’ di chiarezza.

 

Facebook e Instagram a pagamento, ma perché?

A partire dal 6 novembre, Meta offre la possibilità di abbonarsi alla versione senza pubblicità di Facebook e Instagram. Questa mossa strategica risponde alle normative europee e offre agli utenti l’opportunità di usufruire dei servizi senza pubblicità attraverso un abbonamento mensile. Tuttavia, la versione gratuita rimane comunque disponibile, con l’opzione di continuare a visualizzare pubblicità mirate, con la consapevolezza che le nostre abitudini di navigazione vengono tracciate.

Insomma, la vita non cambia per coloro che hanno deciso di usare i social gratis, come prima. A seconda della piattaforma (web o mobile), invece, chi ha scelto di non vedere più la pubblicità e mettere i suoi dati al sicuro spende da 9,99 euro a 12,99 euro al mese.

Tuttavia, a partire dal 1° marzo 2024, si prevede l’applicazione di costi aggiuntivi per account multipli collegati, rendendo l’opzione meno conveniente per gli utenti con più profili.

Ma ne vale la pena? E’ questo che si chiedono tutti.

 

Vale la pena abbonarsi a Meta? Pro e contro

Non sono passati neanche due mesi dal lancio dell’iniziativa e già non mancano le polemiche. Al momento non sono ancora disponibili dati sull’adesione degli europei all’iniziativa, ma basta fare un giro per il web per capire che molti non hanno compreso l’utilità dell’abbonamento, mentre altri l’hanno rifiutato di buon grado. Ricordiamo anche che Facebook è tra i social più longevi e che la popolazione di iscritti supera spesso i cinquant’anni di età. Si tratta di utenti che non conoscono alla perfezione il funzionamento della piattaforma e quindi hanno rifiutato a prescindere il pagamento della fee.

C’è poi chi ha sollevato delle polemiche apertamente. Il Datatilsynet, l’autorità norvegese per la protezione dei dati personali, ha immediatamente avviato un’indagine sulla questione, sollevando dubbi sulla vera natura della tutela della privacy offerta da questo nuovo modello.

La direttrice del Datatilsynet, Line Coll, ha infatti dichiarato che Meta continuerà comunque a raccogliere e tracciare dati, suscitando preoccupazioni sulla reale efficacia del piano dal punto di vista della protezione dei dati.

Anche l’organizzazione NOYB (None of Your Business) ha criticato questa mossa, definendola una proposta “paga per i tuoi diritti”. Max Schrems, attivista e fondatore di NOYB, sostiene che i diritti fondamentali non dovrebbero essere in vendita e che questa iniziativa potrebbe limitare l’accesso ai diritti di molte persone.

Finché non ci saranno indagini approfondite e chiare, non possiamo accusare nessuno. Ciò su cui possiamo ragionare al momento sono gli effettivi pro e contro dell’iniziativa firmata Meta.

Da una parte, coloro che optano per questo servizio vedranno una netta liberazione da annunci invadenti, creando un’esperienza di navigazione più pulita e concentrata sui contenuti. Questa è indubbiamente una prospettiva allettante per molti utenti che desiderano sfuggire all’incessante invasione di annunci pubblicitari nel loro feed quotidiano.

Un altro vantaggio apparente è il maggiore controllo sulla privacy promesso da Meta. La società afferma che i dati personali degli abbonati non saranno utilizzati per la pubblicità, offrendo così un livello aggiuntivo di sicurezza e tranquillità riguardo alle informazioni personali. L’introduzione dell’abbonamento, inoltre, sembra essere una mossa di conformità alle normative europee in materia di privacy. Offrendo agli utenti un’opzione che rispetta le leggi vigenti, Meta sembra voler dimostrare un impegno verso la tutela dei dati personali, una tematica sempre più centrale nei confronti delle autorità di regolamentazione europee.

Tuttavia, è importante considerare gli aspetti negativi di questa iniziativa. Il costo mensile potrebbe rivelarsi un deterrente significativo per molti utenti. Inoltre, il fatto che Meta continuerà comunque a raccogliere dati sugli abbonati solleva interrogativi sulla reale tutela della privacy offerta da questo servizio. La promessa di non utilizzare i dati per la pubblicità potrebbe non essere sufficiente per placare le preoccupazioni riguardo alla continua raccolta di informazioni personali.

Infine, c’è il rischio di una polemica sul modello di business di Meta. Alcuni potrebbero interpretare l’abbonamento come un tentativo della società di rispondere alle critiche europee senza affrontare in modo sostanziale le preoccupazioni sulla privacy degli utenti. Questo potrebbe alimentare la sfiducia degli utenti e sollevare domande sul reale impegno di Meta verso una maggiore tutela della privacy.

 

Conclusioni

Meta ha recentemente lanciato il suo piano di abbonamento a pagamento per Facebook e Instagram, offrendo agli utenti europei la possibilità di godere di un’esperienza senza pubblicità. Questo solleva diverse domande su cosa cambierà con l’abbonamento a pagamento, quanto costerà e se questa nuova opzione è conveniente. Inoltre, cambia molte cose, soprattutto per chi paga il social network per promuovere i propri annunci.

Certamente, se tutti gli utenti decidessero di pagare per non vedere gli annunci, allora Meta dovrebbe escogitare nuovi metodi per consentire alle aziende di pagare per autopromuoversi. Tuttavia, questo al momento non sta accadendo. Sembra che gli utenti non siano propensi a pagare anche 160 euro l’anno per usare i social in modo leggermente diverso rispetto a prima.

Le pubblicità oggi sono molto più coinvolgenti e si mischiano spesso ad altri post, quindi agli utenti non interessa così tanto eliminarle dalla propria esperienza di navigazione. Tuttavia, questa iniziativa di Meta dovrebbe far riflettere gli imprenditori online che usano la pubblicità, spingendoli a puntare molto sull’organico oppure su pubblicità creative, coinvolgenti, efficaci.