Milton Glaser e la grafica psichedelica
Contesto storico della grafica psichedelica
Il cambio culturale dovuto a avvenimenti storici e politici del 1960 porta le nuove generazioni ad un cambiamento radicale su vari campi sociali. L’idea che l’uso di droghe favorisse la creatività grazie alle allucinazioni da esse prodotte era alquanto diffusa ed indusse alcuni artisti letterati a saggiare la possibilità di nuovi universi visivi.
L’arte del manifesto
Il conflitto progettuale che sul finire degli anni Sessanta agitò il mondo della grafica si espresse con particolare evidenza nel settore del manifesto, questo mezzo di comunicazione visiva di massa iniziava il suo lento declino superato dal cinema e dalla televisione.
La grafica moderna però riuscì ancora ad opporre un sapiente “distillato” di maestria tecnica e creatività ad una comunicazione visiva sempre più estrosa e attenta ai linguaggi delle nuove culture che si sviluppò a partire dagli anni Settanta.
La visione psichedelica rappresentò così un terreno di sperimentazione che interessò inevitabilmente anche la produzione grafica.
Nuova progettualità
La maggior parte dei manifesti erano destinati al circuito underground dei concerti rock. L’effetto psichedelico era dato dal lettering con caratteri volutamente ondeggianti e fiammeggianti, deformati al punto da alterare la percezione sensoriale e risultare quasi illeggibili, dei colori saturi ed in evidente contrasto e da disegni caleidoscopici.
Wes Wilson – Captain Beefhart at the Fillmore (1966) Victor Moscoso, Quicksilver Messenger Service, Avalon Ballroom, (1967)Case history – Milton Glaser – manifesto per Bob Dylan
Bocca corrucciata, naso a becco, una folta e disordinata capigliatura a ricci: ecco le caratteristiche inconfondibili del volto di un mostro sacro della musica a stelle e strisce, Bob Dylan.
Nel manifesto Milton Glaser ne accentua la silhouette definendola in nero su fondo neutro e accende i capelli con volute di mille colori fluorescenti. Per la sola parola “Dylan”, Glaser progettò un carattere che avrebbe usato di nuovo su un poster per un concerto Mahalia Jackson al Lincoln Center. L’opera è poi stata inserita all’interno del del primo “Greatest Hits” di Dylan aumentandone il valore del vinile stesso.
Bob Dylan Greatest Hits
Il manifesto stesso diventa un’icona dello stile psichedelico, ispirata alla dilatazione del pensiero e alle sensazioni psicologiche provocate dall’uso di droghe allucinogene.
Come scrive William Blake: “Se le porte della percezione fossero sgombrate, ogni cosa apparirebbe com’è, infinita“.
Testi suggeriti:
– Le porte della percezione di Aldous Huxley
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